Uno scrigno d’arte inaspettato: antichi gioielli del novarese
I segreti di pievi, basiliche, castelli e oratori
La provincia di Novara, dove domina il rapporto prezioso con l’acqua, grazie a fiumi, laghi e canali, da sempre affascina chi vi accede per le sue bellezze naturali.
Oltre a panorami mozzafiato dai suoi rilievi o alla dolcezza delle sue colline, vi è un tesoro nascosto: preziose perle incastonate nel verde di campagne e colline, tra borghi e luoghi d’incanto: sono le numerose pievi, basiliche, castelli e oratori che si svelano al visitatore, mostrando i loro segreti.
Disseminati per tutta la provincia, sono preziose testimonianze che riflettono il ruolo primario della zona come terra di passaggio e come zona di possedimenti e tenute.
Immaginate un viaggio nel tempo, dove ogni passo – oppure ogni pedalata, se decidete di esplorare questa ricca zona in bicicletta – mostra sorprese inaspettate. Fermatevi, prendetevi il tempo di visitare, esplorare e conoscere, incuriositi da vicende e peripezie dei secoli dove cavalieri e signori animavano la realtà.
Da nord a sud, est a ovest, ogni angolo della provincia vi stupirà con una piccola pieve, una chiesa, un oratorio che racchiude affreschi dai colori sgargianti, castelli medievali e un amore infinito per l’arte. I cosiddetti ‘secoli bui” videro anche numerosi raggi di sole nel novarese: vistando questi scrigni capirete il perché.
Dai laghi alle colline
Partendo dall’acqua, una visita alla Basilica di San Giulio a Orta S. Giulio lascia a bocca aperta: riccamente decorata con vividi affreschi, da notare un ambone in serpentino d’Oira, una pregevole opera romanica. Ad Arona, sulle sponde del lago Maggiore, la Chiesa dei Santi Martiri contiene una pregevole pala d’altare del Bergognone, databile al 1489. Gozzano controbatte con la Basilica di San Giuliano: costruita sui resti dell’antica pieve del IX secolo, venne ammodernata tra Settecento e Ottocento. Al suo interno vi sono pregevoli affreschi di Lorenzo Peracino.
Muovendosi tra colline e campagne, la chiesa della Madonna del Latte vicino a Gionzana è una rivelazione. Una piccola chiesa persa tra le campagne, al suo interno si trovano vivacissimi affreschi del Quattrocento, con colori così vividi e parvenze gotiche da sembrare modellati su codici miniati. Il ciclo pittorico e l’intera cappella sono stati restaurati nel 2011 e “inaugurati” dal Cardinal Bertone, all’epoca il Segretario di Stato Vaticano.
Novara, la splendida, e i suoi dintorni
A Novara, una città ricca di bellezze nascoste, l’eredità di Alessandro Antonelli, il grande artista e architetto “che pensava in verticale”, nelle parole di Sebastiano Vassalli, non passa inosservata. Il Duomo, interamente ricostruito secondo i progetti di Antonelli, con una varietà di colonne “da far sfigurare, al confronto, qualsiasi tempio dell’antica Grecia”, presenta un pavimento a mosaico nel presbiterio tra i più preziosi d’Europa. Altra opera notevole è la Basilica di San Gaudenzio. Edificata alla fine del XVI secolo, conserva capolavori al suo interno, tra cui affreschi di Tanzio da Varallo nella Cappella dell’Angelo Custode e, nella Cappella della Natività, il polittico di Gaudenzio Ferrari: quest’opera fece scuola per la capacità del grande artista di trasmettere le emozioni, dando enfasi alla gestualità, che appare lieve e armonica.
L’impressionante cupola della basilica, il simbolo di Novara, è la struttura in muratura più alta al mondo – ben 121 metri – un profilo che si erge con fierezza e si nota anche in lontananza.
San Nazzaro Sesia vede nell’Abbazia dei Santi Nazario e Celso una sorta di miraggio nella pianura. Fondata nel 1040, l’imponente nartece di mattoni rossi e il chiostro colpiscono per il notevole impatto visivo. L’abbazia ospitò certamente numerosi pellegrini che stavano affrontando la via Francigena ed ebbe il suo momento di massimo splendore nel Quattrocento, quando l’abate benedettino Barbavara introdusse nuove colture e avviò bonifiche.
A Casalvolone, tra le risaie, l’antica Pieve di San Pietro al Cimitero è una scoperta, che stupisce per le sue forme semplici e regolari, tipiche del periodo romanico, con interessanti affreschi al suo interno.
E che dire della Chiesa di San Pietro a Carpignano? Edificata nell’XI secolo, l’abside è decorato da un bellissimo affresco raffigurante Cristo Pantocratore, mentre altri affreschi raffigurano, tra gli altri, la Madonna dell’Annunciazione e l’angelo Gabriele. A Briona, la Chiesa di Sant’Alessandro al Cimitero, dell’XI secolo, racchiude interessanti affreschi: una Madonna del Latte di scuola toscana e risalente al Trecento, oltre ad affreschi di scuola locale del Quattrocento.
L’ANTONELLI E LE SUE ARCHITETTURE
Alessandro Antonelli (Ghemme, 1798 / Torino 1888) è stato architetto e politico del Regno di Sardegna. Tra le sue opere più famose ricordiamo la cupola della Mole Antonelliana a Torino, la cupola della Basilica di San Gaudenzio a Novara e il Santuario di Boca, la cui cupola rimane incompiuta.
Una caccia al tesoro artistica
A Trecate troviamo la Chiesa della Madonna delle Grazie: meta di pellegrinaggi, al suo interno custodisce una pala d’altare settecentesco che raffigura la Madonna delle Grazie, opera di maestri novaresi di scuola lombarda della fine del XVI secolo. La città ospita anche il convento di San Francesco. Fondato intorno al 1475, del convento rimane parte del primo chiostro affrescato nella seconda metà del XVII secolo.
Curiosando ancora per la provincia, a Romagnano Sesia l’abbazia di San Silvano contiene importanti affreschi nella “Cantina dei Santi”, risalenti al XV secolo, mentre la chiesa di Santa Maria delle Grazie, all’interno del borgo medievale di Grignasco, ospita due importanti cicli di affreschi eseguiti nel 1489 e 1543, raffiguranti rispettivamente il Cristo Pantocratore e scene della vita di Gesù, unite a figure di santi.
Si potrebbero perdere giornate intere a scrutare e perlustrare il territorio, così ricco di “doni” inaspettati. Che vogliate esplorare la zona per passione, interesse o solo curiosità, la provincia di Novara vi stupirà con la sua sinfonia di piccoli tesori di grande valore.
UN CAPOLAVORO BAROCCO A GRIGNASCO
La chiesa è stata progettata dall’architetto Bernardo Antonio Vittone, e viene realizzata tra 1751 e il 1770. La forma esagonale della facciata, con una semplice cortina di mattoni, si apre con singolare andamento concavo sopra uno scenografico sistema di scale e di terrazze.